lunedì 16 novembre 2009

venerdì 6 novembre 2009

Si parla… e si sparla di carcere

Nell’ultimo, ineluttabile libro di Bruno Vespa Silvio Berlusconi scopre la finalità rieducativa della pena.

“Uno stato civile (...) deve togliere la libertà a chi è stato condannato per aver commesso un reato, ma non può togliergli la dignità e perfino attentare alla sua salute”. “E poi la detenzione deve avere sempre la finalità di rieducare la persona”

Siamo felici che non coltivi il proposito di modificare anche l’articolo 27 della Costituzione.

Saremmo ancora più felici se come ricetta non avesse solo il progetto di costruire nuovi carceri, attingendo dalla Cassa delle Ammende, le cui finalità sono state appositamente rivedute e corrette con un intervento legislativo.

Nata per finanziare i progetti di reinserimento dei detenuti, ora la Cassa delle Ammende viene utilizzata per l’edilizia penitenziaria.

È un ente giuridico autonomo dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, ma l’art. 44bis della legge 14 del 2009 conferisce i poteri di commissario straordinario, in relazione all’edilizia penitenziaria, allo stesso capo del Dipartimento.

L’obiettivo dichiarato è di reperire 20.000 nuovi posti, che comunque non sarebbero poi 20.000, perché nel frattempo il Presidente del Consiglio parla di dismettere alcuni carceri ora funzionanti, che diverrebbero sedi di hotel e supermarket; e nel frattempo nessuno spiega perché prima di procedere alla costruzione di nuove strutture non si rendono utilizzabili alcuni istituti in stato di abbandono.

E comunque i nuovi posti non sarebbero sufficienti, visto il proliferare di leggi che causa un eccesso di carcerizzazione , riempiendo di poveracci le patrie galere, e visto lo scarso utilizzo di quelle misure alternative che pure hanno finora garantito la vivibilità nelle carceri e la riduzione della recidiva

Vista la nuova sensibilità dimostrata alla finalità rieducativa della pena, il Presidente del Consiglio dovrebbe spiegarci perché il suo governo ha proceduto a tagliare selvaggiamente i fondi destinati alle attività trattamentali, perché si è praticamente estinto il monte ore destinato al servizio psicologico, perché si deve ricorrere all’aiuto del volontariato e dei

territori più sensibili per fornire generi di prima necessità: carta igienica, saponi, dentifrici, assorbenti, indumenti di ricambio per tanti detenuti, stranieri e non, che non possono contare sul sostegno delle famiglie.

Mai come negli ultimi tempi abbiamo assistito ad una serie di interventi incoerenti e sconnessi che denotano l’incapacità o la mancanza di volontà di affrontare i reali problemi del carcere, che certo ospita persone di elevata pericolosità sociale, ma soprattutto è affollato da una moltitudine di tossicodipendenti, stranieri, senza fissa dimora, portatori di disagio psichico e psichiatrico.

Persone detenute per pene brevi, che ritornano presto nel circuito esterno dell’emarginazione, persone a cui una società civile è tenuta a dare risposte che in qualche modo provino a interrompere l’utilizzo del carcere come porta girevole.

Invece, ben lungi dall’investire sul carcere come un servizio di legalità, come luogo per l’esecuzione di una pena che, molto prima del Presidente del Consiglio, la nostra Costituzione ha indicato come riabilitativa, si è proceduto progressivamente ad un inesorabile impoverimento di ogni tipo di risorse.

Il carcere è carente di tutto, anche e drammaticamente di operatori, che spesso condividono con i detenuti una condizione di povertà, povertà di strutture, di servizi, di considerazione sociale.

Si sopperisce e si sopravvive grazie allo spirito di iniziativa, alla buona volontà, alla professionalità di tanti lavoratori che hanno scelto di stare dalla parte della legge, e che provano a offrire un dignitoso servizio pubblico, perché tale deve essere il carcere, non la facile risposta a derive securtarie e ansie giustizialiste, né tanto meno un vuoto di diritti.

In questi giorni si intensifica l’attenzione sulle condizioni dei penitenziari, soprattutto dopo le morti di Stefano Cucchi e Diana Blefari, così diverse e insieme così disperate.

Ben venga l’attenzione, ben vengano le foto shock e le testimonianze che danno corpo e volto ad una realtà che per tanta parte dell’opinione pubblica è ancora vissuta come la sola risposta al bisogno di sicurezza, ma che è anche fatta di persone e di sofferenza.

Ma soprattutto da parte di chi professa sensibilità a certi temi, ci si aspetta uno sforzo di rigore per evitare la strumentalizzazione e la ricerca del facile sensazionalismo a cui siamo fin troppo avvezzi (quante volte abbiamo deplorato il fatto che una rapina commessa durante un permesso premio faccia molta più notizia dei ben più numerosi positivi esiti delle misure alternative!).

Nella rassegna stampa di Ristretti Orizzonti del 4 novembre l’articolo di Giacomo Russo Spena “Giustizia: quegli orrori dimenticati, dietro le mura delle carceri” si mettono insieme tristi circostanziati eventi, quali le vicende legate al G8 di Genova, al carcere san Sebastiano, e analoghi ampiamente documentati e accertati, con la denuncia di sistematici pestaggi e abusi nel carcere di Torino effettuata da un medico dopo l’interruzione del rapporto di lavoro. Non viene precisato che rispetto a tale denuncia la Procura di Torino ha chiesto l’archiviazione

Forse non ci si ferma abbastanza a pensare come alcune ferite possano, a volte ingiustamente, riguardare un’intera collettività: non solo le vittime e gli autori delle presunte violazioni, ma il personale penitenziario tutto, l’associazionismo, il sindacato, tutta quella parte di società che quotidianamente viene a contatto con il carcere e che rispetto a ciò non avrebbe abbastanza vigilato e tutelato.

Certo bisogna tenere alta la guardia, nella consapevolezza che in ogni luogo, in ogni apparato ci possono essere schegge impazzite e uomini indegni di rappresentare lo Stato, e che non sempre ci sono le condizioni per una tempestiva azione di denuncia.

Bisogna però al contempo evitare generalizzazioni che non migliorano la conoscenza della realtà, che creano un clima di diffusa sfiducia penalizzando ingiustamente tante persone che faticano per dare un minimo di dignità al proprio lavoro e un senso all’esistenza del carcere

Che, ricordiamolo, rappresenta una sanzione che la società civile dà in risposta alla rottura di un patto sociale, patto che tutti siamo tenuti a ricostruire, all’interno e all’esterno dei penitenziari.

Anna Donata Greco Coordinamento Ammin. Penitenziaria CGIL F.P. Piemonte

Roberto Galasso Segreteria Regionale CGIL F.P. Piemonte

martedì 3 novembre 2009

lunedì 2 novembre 2009

Povero Bonanni!

Raffaele Bonanni, segretario generale della CISL, che molto si è applicato nell’opera di divisione del sindacato e che si vanta di avere ascolto privilegiato fra alcuni ministri della Repubblica, ogni tanto ricorda di essere un dirigente sindacale e prova a far sapere al governo di essere arrabbiato (ma solo un pochino…) per le sue politiche.

L’ultimo episodio di “recrudescenza sindacale della Cisl” risale a sabato 31 ottobre, quando scende in piazza con qualche migliaio di lavoratrici e lavoratori della scuola per affermare – pensate un po’ - che la scuola è in ginocchio, che mancano gli insegnanti, che non si danno prospettive ai precari…

E che fa il governo, nella fattispecie il ministro Gelmini? Apprezza il moderato contributo di Bonanni alla sua politica di smantellamento della scuola pubblica, mostra riconoscenza per il buon lavoro della Cisl (e della Uil) per rompere l’unità sindacale nella vertenza per il rinnovo del contratto?

Niente di tutto questo: la soave ministra definisce il sindacato (a partire dalla Cisl) un fastidioso ingombro sulla strada della sua politica scolastica e chiede “alla Cisl e in generale ai sindacati più moderati un grande sforzo di modernizzazione per il bene della scuola e del Paese”…

Povero Bonanni, tanto lavoro per poi essere insultato e deriso.

Ma, a questo punto, ci chiediamo: non conviene al Raffaellone nazionale rassegnarsi e tornare a fare il sindacalista a tempo pieno, impegnandosi seriamente a discutere e a decidere con la Cgil di come difendere al meglio le lavoratrici e i lavoratori italiani?

Anche se questo dovesse costargli la fine di così belle amicizie...

venerdì 30 ottobre 2009

E' da Paese normale? - un piccolo sfogo

E' da paese normale che il ministro alla Pubblica Amministrazione esprima quotidianamente un odio così profondo nei confronti proprio dei dipendenti pubblici?
E' da paese normale che li consideri tutti indifferenziatamente come dei disonesti e infedeli, da tenere in punta di bastone, usando mezzucci come l'accorciare eppoi prolungare eppoi ancora accorciare la durata dell'ora d'aria in caso di malattia?
E' da paese normale che alle donne, proprio alle donne, sia riservato dal suddetto ministro il trattamento peggiore, sequestrando loro diritti conquistati
(e sacrosanti) come pensione e part-time?
E' da paese normale che non si affrontino mai, parlando di pubblico impiego, i problemi reali, i veri privilegi, i veri parassiti?
E' da paese normale che si consideri la democrazia sui posti di lavoro, il diritto a contrattare le condizioni di lavoro, il diritto ad essere rappresentati come le vere cause del malfunzionamento delle pubbliche amministrazioni?
E' da paese normale che ci siano organizzazioni sindacali estremiste in azienda e supine (da zerbino) a Roma?
Ed è da paese normale che di tutto questo ci si possa scordare quando si vota?

Secondo noi NO, e secondo noi è necessario farla sentire la nostra voce, dappertutto, con i nostri compagni di lavoro, al bar, in tram, nelle piazze. Presto e forte.

sabato 24 ottobre 2009

Auguri a Chiamparino... anche se l'inizio non è stato dei più brillanti

Auguri non incondizionati a Chiamparino eletto Presidente dell'ANCI.
Comunicato stampa di Rossana Dettori Segretaria Nazionale FP CGIL


La FP CGIL esprime gli auguri al sindaco Sergio Chiamparino eletto Presidente dell'ANCI. Con disappunto e delusione, però, la FP CGIL prende atto che il primo provvedimento del neo Presidente è stato quello di firmare un protocollo d'intesa con il Ministro Brunetta sulla contro riforma della pubblica amministrazione. Una legge con un impianto centralistico che nulla ha a che fare con il miglioramento dei servizi ai cittadini ed alle imprese, con lo sviluppo del territorio, con la valorizzazione dell'autonomia amministrativa ed organizzativa dei comuni. Una legge che serve solo ad alimentare la demagogia del Ministro Brunetta. Per valorizzare i comuni servirebbe, invece, un serio confronto con le parti sociali sul miglioramento e la riorganizzazione dei servizi erogati dai comuni, servizi che garantiscono i diritti dei cittadini e che rappresentano una percentuale importante del welfare locale. Chiediamo un impegno concreto al Presidente dell'ANCI: trovare le risorse finanziarie per il rinnovo contrattuale di quelle lavoratrici e lavoratori che quotidianamente portano avanti una macchina troppo spesso lenta e farraginosa ed un confronto serrato con le parti sociali. Un impegno sul quale valuteremo l'operato del Presidente Chiamparino. Roma 12 Ottobre 2009

mercoledì 30 settembre 2009

E al Ministro la camicia di forza...

"Più che i tornelli, per le toghe ci vorrebbe il braccialetto elettronico". Lo ha detto il portavoce di Brunetta, Vittorio Pezzuto, replicando al sindacato dei magistrati con una lunga citazione del libro "Magistrati, l'ultracasta", di Stefano Livadiotti. Era stato il ministro Brunetta a dar fuoco alle polveri accusando l'Anm di essere un "mostro". Il sindacato delle toghe aveva replicato: il ministro "non sa nulla" del sistema giustizia.

Da TGCOM online

giovedì 10 settembre 2009

Non si spara sulla Croce Rossa

Nella serata di ieri un gruppetto di sedicenti anarchici ha occupato la sede della Croce Rossa Italiana di Torino, per contestare la funzione di assistenza svolta dalla CRI presso i Centri di Identificazione ed Espulsione (ex CPT).
Essere contro la politica razzista e xenofoba del Governo, non può in alcun modo porre sotto accusa l’opera degli operatori della Croce Rossa che, in condizioni difficilissime, garantiscono l’assistenza sanitaria alle centinaia di esseri umani rinchiusi, in condizioni insopportabili, in centri che sono sempre più simili a campi di concentramento.
Vale solo la pena di ricordare che gli operatori della Croce Rossa non appartengono ad alcun corpo militare in armi. Al contrario, per la maggior parte, sono operatori precari che, nell’assolvere il loro compito, lottano per mantenere pubblica e civile l’assistenza a tutte le persone in difficoltà. Del resto basti ricordare la funzione umanitaria che la CRI svolge in situazioni di frontiera, come Lampedusa, per comprendere che lo spirito che anima gli operatori CRI non è certo quello dei carcerieri di Guantanamo.
La Funzione Pubblica della CGIL, nel condannare l’occupazione della sede della CRI di Torino, esprime agli operatori ed alla Croce Rossa, la propria piena solidarietà.
FP CGIL Piemonte - FP CGIL Torino

Torino, 9 settembre 2009

martedì 28 luglio 2009

ATIPICI A CHI?

Arriva il generale agosto, arrivano per molti le vacanze, ma la crisi rimane. Rimane per quelli che hanno ancora un lavoro e che vanno in ferie col magone, la paura di ritrovare, al ritorno, la fabbrica sbarrata. Per quelli che già sono in cassa integrazione. Per i precari che non vanno nemmenoin cassa integrazione. Tutti insieme si ritroveranno a settembre a chiedere al governo di aprire gli occhi. È l’impegno ultimo della Cgil che annuncia la necessità di una mobilitazione seria. Sarà una delusione per qualcuno che ha interpretato il “faccia a faccia” di Chianciano, tra Epifani e Tremonti, nel corso della Conferenza di programma confederale, solo come un abbraccio affettuoso tra il ministro dell’economia e il maggior sindacato italiano. Come un’inedita alleanza. E’ sfuggito il fatto che si è trattato, semmai, di una prova, certo insolita in questi tempi, di reciproco rispetto. Chi come il sottoscritto ha seguito l’incontro attraverso il prezioso ausilio di Radio Articolo Uno ha compreso bene come quella occasione fosse la dimostrazione lampante che la Cgil non rifiuta il confronto, la trattativa, la concertazione. Il problema è che questa possibilità è stata sempre negata. Nessuno ha potuto seguire nei mesi della crisi l’evolversi di un negoziato, di opposte posizioni tra sindacati e governo, anche attraverso il mutamento delle diverse proposte.
Abbiamo avuto l’annuncio di una qualche misura, magari accolta con discreto favore da Cisl e Uil e criticata assai dalla Cgil. Ma non c’è stato un fecondo, visibile rapporto dialettico sui contenuti. Quello che si è sentito invece a Chianciano, anche se non è giunto a uno sbocco concreto. Sarà possibile riprendere un tale metodo, nei tavoli appropriati, a settembre? Bisognerebbe che gli interlocutori non avessero in mente - com’è stato nel passato - solo la voglia di umiliare la Cgil, magari cercando di strappare in anteprima, sottobanco, il favore di Cisl e Uil.Una divisione sindacale che sembra non arrestarsi. Come testimonia l’inizio polemico delle trattative per il contratto dei metalmeccanici, nonchè l’intesa separata per gli artigiani.
Eppure Epifani, sempre a Chiancianononha rinunciato ad auspicare una ripresa dei rapporti unitari facendo leva su tre esempi significativi: accordo Fincantieri, contratto del commercio, alcuni contratti pubblici. Tre vicende di divisione profonda.Maè stato possibile ricucire i rapporti, rivedendo alcuni aspetti. Una premessa per ottenere ora una svolta nelle politiche atte a fronteggiare la crisi. Sarà la carta dell’autunno, accompagnata dalla necessaria mobilitazione? Sapendo che mobilitazione non vuol dire solo scioperi ma magari assediare questo governo con mille iniziative.
Come quella, (accennata da Epifani), di cartelli e picchetti davanti a Palazzo Chigi, con un memento quotidiano sui dati della crisi e delle sue vittime.
L'Unità 27 Luglio 2009
Bruno Ugolini

lunedì 29 giugno 2009

Chiamparino: ma di che parla?

Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, in una intervista a La Repubblica, afferma quanto segue:"...Il primo punto è come si affronta la crisi della sinistra che riguarda tutta l´Europa. Con lo stato sociale messo in crisi dai deficit del bilancio statale l´unica strada per salvarlo è togliere qualcosa ai garantiti per dare a chi garanzie non ne ha. Brunetta in questo ci sta anticipando, sta facendo qualcosa di sinistra anche se spesso solo con annunci e spot..."
Poiché sono molto interessato a sapere di cosa esattamente stia parlando il buon Sergio, chiedo:
qualcosa di sinistra è tagliare le retribuzioni a tutti i dipendenti pubblici?
Oppure pensava alla norma ammazza-precari?
O all'intenzione di Brunetta di rimuovere la rappresentanza democratica dei lavoratori?
O magari di far pagare chi si assenta per donare il sangue o per seguire un congiunto gravemente handicappato?
Oppure, caro Sergio, mi sono perso (insieme a milioni di lavoratori) un qualche altro e straordinario provvedimento?
Tenderei ad escludere quest'ultima ipotesi, considerata la capacità del piccolo ma tenace ministro di imporre al sistema dell'informazione anche le notizie sullo stato della sua digestione...
Spero tanto che Chiamparino possa liberarci presto di questi interrogativi
Salvatore Chiaramonte

Finalmente una buona notizia: il governo ritira le norme ammazza-precari

Dopo un anno di mobilitazioni dei lavoratori pubblici, di presidi, scioperi e campagne di continua controinformazione, a volte sostenute dalla sola Funzione Pubblica CGIL, il governo ha deciso di ritirare le norme ammazza-precari – tanto care al ministro Brunetta e di cancellare la ghigliottina del 30 giugno.

Nel provvedimento assunto dal recente consiglio dei ministri, inoltre, si fissa un nuovo termine per le stabilizzazioni spostando il riferimento al triennio 2010-2012 e si introducono alcuni correttivi alle norme sulle assenze per malattia.

Speriamo che si tratti di una svolta di buon senso nelle politiche del governo sul lavoro pubblico (ci imponiamo la massima cautela al proposito); certamente è la dimostrazione che la fermezza della nostra posizione ha pagato e, insieme all’iniziativa delle amministrazioni locali in occasione della firma delle ultime intese contrattuali per sanità ed autonomie locali, ha determinato la rimozione di disposizioni odiose e irrazionali.

Continueremo a chiedere al governo un confronto vero su questi ed altri temi che riguardano la condizione del lavoro pubblico, i processi di innovazione delle pubbliche amministrazioni e il loro rilancio al servizio dei cittadini, nella grave crisi che il Paese attraversa.

Come CGIL non possiamo che essere soddisfatti per aver scongiurato il rischio per migliaia di dipendenti pubblici di perdere il loro posto di lavoro e confermiamo il nostro quotidiano impegno a difesa delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici.

mercoledì 24 giugno 2009

Ahmed Nasrod e Abouf Marow, marocchini, spacciatori? Magnaccia? Stupratori? No: operai morti e feriti sul lavoro

Un operaio marocchino di 57 anni, Ahmed Nasron è morto mentre lavorava sulla Torino Aosta, schiacciato da un TIR insieme ai suoi compagni, anch'essi tutti marocchini.Un altro, Atouf Marow, 33 anni è rimasto gravemente ustionato in una fabbrica di vernici, insieme ad altri tre compagni di lavoro - di cui un altro marocchino.Sarebbe una splendida occasione per i Maroni, i Borghezio, i Bossi, e i Berlusconi di dimostrare a tutto il Paese che loro non sono razzisti, xenofobi e astuti sfruttatori delle paure e delle insicurezze degli italiani: potrebbero andare di persona a trovare le famiglie, ad assicurare loro che il governo del paese ha a cuore la sicurezza (questa sì in pericolo) sul lavoro e la possibilità per tutti di lavorare in condizioni dignitose e per un salario adeguato.Ma naturalmente sarà un'occasione che lor signori non coglieranno, proprio perché sono DAVVERO razzisti xenofobi e perché davvero stanno costruendo le loro fortune politiche speculando sul disagio e l'insicurezza delle persone

lunedì 22 giugno 2009

Alterverso – un workshop sull’insicurezza


Funzione Pubblica CGIL – Piemonte - Lombardia
Alterverso – un workshop sull’insicurezza
26.06.09 Torino – Auditorium Cascina Marchesa – c.so Vercelli 141/7

Tenteremo un approccio diverso ad una questione resa centrale dal sistema dell’informazione e dalle campagne politiche di questi mesi.
Tenteremo di dare risposte nuove ad interrogativi e percezioni sempre più diffuse.
Intanto, quanto si fa leva su una percezione profonda – che esiste dentro tutte/i noi – della nostra insicurezza?

Perché, invece di fare delle differenze una ricchezza, queste ci fanno paura?

Crisi economica, precarietà, immobilità sociale, immigrazione, perdita di identità soggettiva e collettiva, tutto congiura per un drammatico aumento dell’insicurezza diffusa e a questa insicurezza vanno date risposte e soluzioni diverse da quelle offerte dalla politica.

Ci chiederemo, quindi, se si può agire – e presto – senza ricorrere alle ronde, senza fare della xenofobia, dell’omofobia, del razzismo dei valori accettabili.

Tutte queste domande acquistano maggior valore e peso se guardiamo al lavoro pubblico, al nostro lavoro che è, prima di tutto, un lavoro di relazione, di contatto quotidiano con l’altro da sé, con il diverso.

Che succede alla qualità del lavoro, all’empatia e al rispetto dell’altro - indispensabili quando si ha a che fare con bambini, anziani, disagiati, immigrati – se insicurezza pregiudizio ignoranza non sono affrontate, esplicitate, risolte?

Vorremmo, insomma, sfuggire agli stereotipi, producendo un dibattito differente/nuovo nel linguaggio e negli esiti.

Per questi motivi parliamo di workshop, di laboratorio, fatto di interventi, di gesti anche teatrali, di confessioni che – tutti insieme – possano produrre risposte nuove, originali, efficaci.

Scommessa affascinante anche per il sindacato, alla ricerca di un approccio profondo a questioni decisive per la qualità della nostra vita e del nostro lavoro.

Abbiamo pensato inoltre di mettere insieme dirigenti sindacali e operatori sociali e, quindi: Susanna Camusso, segretaria nazionale CGIL, Alfredo Garzi, segretario nazionale FP CGIL, Franco Floris, direttore Gruppo Abele e Giuseppe Platone, pastore valdese.

Abbiamo collaborato inoltre, per la realizzazione di questo evento, con Associazioni che qui vorremmo citare e ringraziare: Theatro, Racconta Giusta e Idea Lavoro.

Tutti hanno fatto un ottimo lavoro per la riuscita e l’efficacia dell’iniziativa del 26 giugno.

Non resta che incontrarci alla Cascina Marchesa di Torino alle 9,30

Salvatore Chiaramonte, segretario generale FP CGIL Piemonte
Vincenzo Moriello, segretario generale FP CGIL Lombardia

giovedì 11 giugno 2009

Brunetteide: Cesare o Dio?

Il nostro piccoloministro afferma durante una assemblea di industriali (che hanno espresso rumoroso dissenso) che la crisi sta facendo bene al reddito dei lavoratori dipendenti, che sarebbero - udite udite! - più ricchi di prima.
Si incazzano tutti - dai datori di lavoro al sindacato (perfino l'UGL), dalle organizzazioni sociali ad una serie di analisti economici, e il nostro piccoloministro non trova di meglio che far rispondere così il suo portavoce:

"Non c’è più religione! In risposta a una seria analisi economica del ministro Brunetta su crisi, disoccupazione, inflazione e potere d’acquisto di occupati e pensionati, ai sindacalisti della CGIL che presumibilmente si sono formati in gioventù sui testi marxisti, non resta che opporre il richiamo alle analisi della Cei e della Caritas. Istituzioni rispettabilissime e benemerite.
Cari marxisti immaginari della Cgil, il governo è il governo e la macroeconomia è la macroeconomia. Se avete qualcosa da obiettare al ministro Brunetta restate, se potete, sul suo stesso piano analitico. A Cesare quel che è di Cesare. A Dio quel che è di Dio."


Se il piccoloministro abusa di sostanze stupefacenti, mi sa che il suo portavoce gli fa da pusher...

Antonio Crispi - Segretario Nazionale FP CGIL - interviente sul contratto unico

Come e quando usciremo fuori da questa crisi del capitalismo, la più grave degli ultimi settant’anni, nessuno ancora lo sa, meno che mai in Italia visto che il nostro Governo in attesa che tutto finisca, non si impegna più di tanto sul come uscirne con più opportunità per il nostro Paese.

Non si può immaginare di trovarsi, nel prossimo futuro, fuori da un’economia di libero mercato, ma che almeno non siano sempre i cittadini a pagare quando la crisi arriva e chi la determina resta sostanzialmente impunito.

I banchieri italiani e gli industriali dovrebbero compiere una rivoluzione prima che economica culturale: rischiare con capitali propri e nello stesso tempo assumersi responsabilità sociali.

Il governo dovrebbe aiutare questo processo con riforme e regolamenti ad hoc.

Può farlo questo Governo? Può garantire un minimo sociale a tutti i cittadini? La risposta è no! Mentre anche gli stati uniti d’America con Obama si convertono, a fronte del cambiamento climatico, ad un futuro basato sulla sostenibilità ambientale il nostro Governo, non tiene in nessun conto la tutela dell’ambiente e la ricerca e lo sviluppo di energie sostenibili e lo stesso Governo che tra l’altro miscela sicurezza e crisi economica per violare i diritti umani.

E’ opportuno aprire con questo Governo un confronto che porti alla riforma del mercato del lavoro e delle tutele sociali per tutti lavoratori, disoccupati e pensionati?

Sono convinto che l’obiettivo del Governo sarebbe non di estendere a tutti ma di sottrarre e ridurre diritti a chi già le ha.

Quali sarebbero gli interlocutori?

Brunetta che ripubblicizza i contratti del pubblico impiego e sospende le RSU?

Sacconi che con il suo libro bianco privatizza i servizi pubblici e in particolare togli ai cittadini il diritto allo studio e alla salute?

Tremonti convertito all’intervento pubblico, dalla crisi, dopo aver teorizzato e praticato, nel precedente Governo delle destre, la sua economia fantasiosa e cartacea, parente stretta dei titoli tossici, solo perché così paghiamo tutti?

Il leghista Bossi che sta scaricando su tutto il Paese, una riforma fiscale senza ne testa né coda?

Il buon Berlusconi (per chi immagina una vita facile come velina o deputata) che non vuole nè vincoli legali nè morali?

Quale opposizione sosterrebbe un processo così importante d'estensione dei diritti a tutti? Solo un'opposizione di sinistra che mette al centro del suo agire culturale, politico e sociale il mondo del lavoro.

Il contratto unico diventerebbe l’atto attraverso il quale non saremmo più tutti uguali rispetto ai diritti del lavoro, ne saremmo uguali rispetto alle retribuzioni.

L’Art.18 della legge 300 sarebbe tra i primi diritti ad essere sacrificato sull’altare di una politica dello scambio, visto il dibattito attuale e le disponibilità in campo che si leggono tra le righe.

Tutti riconoscono dalla Banca D’Italia al Presidente della Repubblica che, spesso ricorda al Paese, come la coesione sociale sia, oggi, la priorità dalla quale partire per modificare profondamente il mercato del lavoro e la qualità del lavoro, se così è, ciò non può presupporre uno scambio tra lavoro e pensioni, come pretende Confindustria.

Nessuno scambio e proponibile tra contratto unico e diritti.

Nel pubblico impiego il contratto della Sanità e degli Enti Locali sono stati firmati entrambi anche della Fp Cgil.

Una novità politicamente rilevante, dopo la firma separata dei contratti dei Ministeri e delle Funzioni Centrali, ciò dimostra che quando il contenzioso è il merito e non ideologie preconcette contro di noi la Cgil sa assumersi le sue responsabilità.

Non vi è dubbio, però, che una stagione contrattuale è finita.

La contrattazione che si è svolta per il contratto degli Enti locali ha evidenziato tutti i suoi limiti ed alcune novità.

Il biennio economico 2008/09 e stato sottoscritto con ritardo.

Il contratto economico-normativo 2006/2009, come altri, si è chiuso senza la possibilità di poter discutere la parte normativa e meno che mai di qualità dei servizi e del lavoro, al di là della becera propaganda del Ministro Brunetta.

Durante il confronto l’intrusione del Governo e la pressione esercitata dallo stesso sull'Agenzia dell’Aran ha messo in serio rischio la sottoscrizione della pre-intesa.

Il ruolo svolto da, Regioni Province e Comuni, è d’annoverare tra le novità positive del confronto unitamente alla tenuta delle Organizzazioni Sindacali.

Senza dimenticare che la pre-intesa firmata sarà sottoposta alla consultazione certificata dei lavoratori.

Il decreto attuativo della legge 15 aggrava il quadro di riferimento, non affronta i limiti ed il loro superamento, fino ad annullare la contrattazione e la rappresentanza dei lavoratori.

Non siamo di fronte ad una contrattazione riformata, ma al suo annullamento.

Il nostro primo compito è di combattere quel decreto attraverso l’unità con Cisl e Uil e l’alleanza con gli Enti Locali, che, come noi, hanno tutto l’interesse di fornire servizi ai cittadini, con i quali dobbiamo sviluppare un patto per avere servizi di qualità, aumentando la produttività e la professionalità dei lavoratori pubblici.

Così come abbiamo scritto e sottoscritto con il precedente Governo, Regioni, Province e Comuni nel Memorandum, troppo presto dimenticato da tutti, forse, anche da noi.

Per annullare gli effetti della legge 15 e il suo decreto attuativo, non c’è dubbio che dobbiamo interloquire con la politica e le istituzioni, per chiedere l’annullamento di quella legge anche attraverso un referendum se vogliamo salvaguardare la contrattazione.

Abbiamo bisogno, da subito, soprattutto della mobilitazione dei lavoratori e cittadini per renderli protagonisti di una stagione che ponga al paese di affrontare, sia scelte difficili sia per proporre una visione della società e del mondo del lavoro che dia futuro ai lavoratori, giovani, donne, precari, disoccupati, migranti che sono il nerbo della società d'oggi e di domani.

Roma 8 Giugno 2009

lunedì 8 giugno 2009

E' online il nuovo portale web della FP CGIL Piemonte

Un nuovo sito web per la Funzione Pubblica CGIL del Piemonte

Abbiamo pensato fosse giunto il momento di rinnovare i nostri strumenti di comunicazione e di fare un grande investimento.
Un nuovo sito (
www.piemonte.fp.cgil.it), un forum sempre aperto al dibattito e ai contributi di tutti (http://valorepubblico.blogspot.com), un bollettino periodico di informazione per posta elettronica inviato a tutti gli iscritti che dovrebbero permetterci di raggiungere uno scopo molto importante: far giungere innanzitutto alle lavoratrici e ai lavoratori pubblici tutta l’informazione in tempo reale sull’attività sindacale, sul dibattito dentro la FP CGIL Piemontese, insomma su cosa siamo e su cosa facciamo.

Valore pubblico, questo il nome/slogan che abbiamo voluto attribuire all’insieme di queste iniziative per enfatizzare ancora di più il senso della nostra identità e gli obiettivi della nostra azione:

- valore al lavoro pubblico, alla sua importanza, alla sua qualità, alla sua stabilità, ai suoi diritti
- valore al servizio pubblico, al welfare, decisivo per ogni idea moderna e democratica di società, una società che vogliamo inclusiva, laica, solidale.

Sembrano quasi utopie in questo strano e straniato Paese ma, forse, è giunto il momento per riscoprirle le utopie e per inseguirle, tutti insieme, orgogliosamente.

Il nuovo sito, coordinato da Beppe Nastro, vuole essere, anche e soprattutto, uno strumento di lavoro per quadri e delegati della Funzione Pubblica CGIL del Piemonte che potranno trovarvi, oltre ad una robusta serie di documenti e contratti (sempre e liberamente consultabili), i testi degli accordi regionali e provinciali, i documenti collegati alle iniziative locali e quant’altro le organizzazioni provinciali vorranno rendere disponibili.

Quest’ultima è una delle novità più significative: tutti i territori provinciali avranno a disposizione uno spazio di loro esclusiva competenza, dove inserire e rendere pubbliche informazioni, news e documenti (accordi, ordini del giorno, ecc.).

Il forum, collegato al sito, è stato pensato come uno spazio dedicato alla riflessione collettiva, al dibattito, al confronto sulle nostre parole-chiave, sperando che possa anche essere sede per osservazioni e contributi che possano aiutarci a lavorare meglio, più vicini alle aspirazioni e ai bisogni delle persone che vogliamo rappresentare.

Infine, il bollettino periodico (newsletter), gestito da Mauro Cattaneo della FP CGIL di Alessandria, che vi terrà sempre aggiornati sulle novità e gli aggiornamenti del sito web e, in genere, della nostra attività: abbiamo l’obiettivo ambizioso di giungere (con discrezione) a tutte le vostre caselle di posta elettronica, che potrete segnalare con un apposito modulo elettronico.

Abbiamo grandi progetti per il futuro ma, intanto, cominciamo con piccoli e significativi passi che, speriamo, potremo fare tutti insieme.

In conclusione, vorremmo ringraziare Romualdo Magliulo che ha, in questi anni e con grande pazienza, gestito il nostro vecchio sito internet che pure è stato una delle più significative iniziative della Categoria in Italia.

A tutti un augurio sincero di buon lavoro

Salvatore Chiaramonte