lunedì 2 novembre 2009

Povero Bonanni!

Raffaele Bonanni, segretario generale della CISL, che molto si è applicato nell’opera di divisione del sindacato e che si vanta di avere ascolto privilegiato fra alcuni ministri della Repubblica, ogni tanto ricorda di essere un dirigente sindacale e prova a far sapere al governo di essere arrabbiato (ma solo un pochino…) per le sue politiche.

L’ultimo episodio di “recrudescenza sindacale della Cisl” risale a sabato 31 ottobre, quando scende in piazza con qualche migliaio di lavoratrici e lavoratori della scuola per affermare – pensate un po’ - che la scuola è in ginocchio, che mancano gli insegnanti, che non si danno prospettive ai precari…

E che fa il governo, nella fattispecie il ministro Gelmini? Apprezza il moderato contributo di Bonanni alla sua politica di smantellamento della scuola pubblica, mostra riconoscenza per il buon lavoro della Cisl (e della Uil) per rompere l’unità sindacale nella vertenza per il rinnovo del contratto?

Niente di tutto questo: la soave ministra definisce il sindacato (a partire dalla Cisl) un fastidioso ingombro sulla strada della sua politica scolastica e chiede “alla Cisl e in generale ai sindacati più moderati un grande sforzo di modernizzazione per il bene della scuola e del Paese”…

Povero Bonanni, tanto lavoro per poi essere insultato e deriso.

Ma, a questo punto, ci chiediamo: non conviene al Raffaellone nazionale rassegnarsi e tornare a fare il sindacalista a tempo pieno, impegnandosi seriamente a discutere e a decidere con la Cgil di come difendere al meglio le lavoratrici e i lavoratori italiani?

Anche se questo dovesse costargli la fine di così belle amicizie...

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