giovedì 27 maggio 2010

Caro collega ti scrivo...

Caro collega, cara collega,
Immaginiamo – per un momento - che tu abbia un buon livello di inquadramento in un Ente che paga, più o meno normalmente, la produttività e che nel 2009 il tuo stipendio mensile sia stato di, esageriamo, 1800 euro omnicomprensivi.
Bene, poiché come saprai, il nostro Paese non è stato investito dalla crisi economica, almeno a detta dei nostri governanti, e i tuoi 1800 euro tutto compreso resteranno tali, non un centesimo in più, per il 2010, il 2011, il 2012 ed il 2013. Quattro anni durante cui tutto aumenterà, salvo il valore economico del tuo lavoro. Pagherai di più per le prestazioni sanitarie, per i servizi che i Comuni non riusciranno più a garantire alle attuali tariffe, per percorrere strade attualmente senza pedaggio, per l’inflazione che continuerà a correre nonostante il Governo del Paese. Nel frattempo, andrai in pensione con un anno di ritardo e, se sei donna, corri il rischio di non potervi più accedere come prima. La liquidazione, poi, la vedrai in tre tranches annuali. Ti sembra poco? Allora ci aggiungo l’ennesima limitazione del turn over e la certezza che i tanti lavoratori a tempo determinato cesseranno le loro attività (che significa un bell’aumento dei tuoi carichi di lavoro).
“Questa volta è una manovra più equilibrata del solito: pagano di più la politica e gli evasori”. Probabilmente il segretario generale dell’importante sindacato confederale che ha fatto questa dichiarazione è in possesso di informazioni negate alla CGIL. Una manovra che incide per i due terzi sul lavoro pubblico e sui bilanci delle autonomie locali ha di equilibrato solo il taglio, netto, ai diritti del mondo del lavoro dipendente.
Sentirai anche, in queste ore, altre organizzazioni sindacali che affermeranno con forza di essere fermamente contrarie e responsabilmente d’accordo con la manovra, senza porsi in alcun modo problemi di credibilità o affidabilità.
La CGIL invece, e con buona pace di Brunetta, chiamerà i lavoratori a manifestare contro questa manovra di bassa, bassissima, macelleria sociale, perché non sarà possibile sopportare oltre la continua messa in discussione di diritti che, questa volta, se persi lo saranno per sempre.
Per questo il 12 giugno saremo tutti a Roma dove speriamo di incontrare anche te, caro collega.
p.s. l’esempio iniziale è volutamente esagerato. Ma iniziare la lettera con una retribuzione più bassa ci sembrava indelicato nei confronti di chi, guadagnando dieci, quindici volte i nostri importi medi, si è messo d’impegno per sfasciare, in maniera definitiva, il lavoro pubblico.

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