martedì 28 luglio 2009

ATIPICI A CHI?

Arriva il generale agosto, arrivano per molti le vacanze, ma la crisi rimane. Rimane per quelli che hanno ancora un lavoro e che vanno in ferie col magone, la paura di ritrovare, al ritorno, la fabbrica sbarrata. Per quelli che già sono in cassa integrazione. Per i precari che non vanno nemmenoin cassa integrazione. Tutti insieme si ritroveranno a settembre a chiedere al governo di aprire gli occhi. È l’impegno ultimo della Cgil che annuncia la necessità di una mobilitazione seria. Sarà una delusione per qualcuno che ha interpretato il “faccia a faccia” di Chianciano, tra Epifani e Tremonti, nel corso della Conferenza di programma confederale, solo come un abbraccio affettuoso tra il ministro dell’economia e il maggior sindacato italiano. Come un’inedita alleanza. E’ sfuggito il fatto che si è trattato, semmai, di una prova, certo insolita in questi tempi, di reciproco rispetto. Chi come il sottoscritto ha seguito l’incontro attraverso il prezioso ausilio di Radio Articolo Uno ha compreso bene come quella occasione fosse la dimostrazione lampante che la Cgil non rifiuta il confronto, la trattativa, la concertazione. Il problema è che questa possibilità è stata sempre negata. Nessuno ha potuto seguire nei mesi della crisi l’evolversi di un negoziato, di opposte posizioni tra sindacati e governo, anche attraverso il mutamento delle diverse proposte.
Abbiamo avuto l’annuncio di una qualche misura, magari accolta con discreto favore da Cisl e Uil e criticata assai dalla Cgil. Ma non c’è stato un fecondo, visibile rapporto dialettico sui contenuti. Quello che si è sentito invece a Chianciano, anche se non è giunto a uno sbocco concreto. Sarà possibile riprendere un tale metodo, nei tavoli appropriati, a settembre? Bisognerebbe che gli interlocutori non avessero in mente - com’è stato nel passato - solo la voglia di umiliare la Cgil, magari cercando di strappare in anteprima, sottobanco, il favore di Cisl e Uil.Una divisione sindacale che sembra non arrestarsi. Come testimonia l’inizio polemico delle trattative per il contratto dei metalmeccanici, nonchè l’intesa separata per gli artigiani.
Eppure Epifani, sempre a Chiancianononha rinunciato ad auspicare una ripresa dei rapporti unitari facendo leva su tre esempi significativi: accordo Fincantieri, contratto del commercio, alcuni contratti pubblici. Tre vicende di divisione profonda.Maè stato possibile ricucire i rapporti, rivedendo alcuni aspetti. Una premessa per ottenere ora una svolta nelle politiche atte a fronteggiare la crisi. Sarà la carta dell’autunno, accompagnata dalla necessaria mobilitazione? Sapendo che mobilitazione non vuol dire solo scioperi ma magari assediare questo governo con mille iniziative.
Come quella, (accennata da Epifani), di cartelli e picchetti davanti a Palazzo Chigi, con un memento quotidiano sui dati della crisi e delle sue vittime.
L'Unità 27 Luglio 2009
Bruno Ugolini